Ho conosciuto Roberta nel 2012 a un corso di Antropologia Visuale a Monselice. Io volevo sistemare il curriculum di antropologa e giornalista e devo dire che è stata davvero una bellissima esperienza formativa di due giorni, conclusa con la realizzazione di video sul carnevale di Venezia… ma questa è un’altra storia.
Tra i partecipanti, come dicevo, c’era Roberta Isceri. L’unica con cui ho parlato e con la quale continuo a sentirmi. Abbiamo legato bene e ci siamo confrontate parecchio, parlando delle nostre aspettative e dei nostri progetti. Mi hanno colpito i suoi occhi da sognatrice, il suo entusiasmo, la sua fiducia nel futuro e la preoccupazione per il presente (di allora) perché sembrava remarle contro dal punto di vista lavorativo. Avevamo molto in comune: la passione per la scrittura, per la narrazione.

Voleva scrivere. Voleva viaggiare. Questo la faceva sentire viva e lo raccontava con le luci negli occhi, da vera innamorata!
Dopo poco tempo dal nostro corso mi ha mandato l’invito su Facebook a linkare la sua pagina, Italiaterapia. Un sogno che stava diventando realtà…
Cos’era italiaterapia.it? Come è nato?
Italiaterapia era un travel blog nato nel 2013 in una sera d’estate dalle teste matte di due colleghe e amiche. L’idea, inizialmente, era quella di parlare delle bellezze italiane agli italiani, che tanto amano parlar male del loro paese. Insomma, per me e Sara era un modo per capire e far capire che intorno a noi non c’è solo bruttezza e che le cose belle lo sono spesso a più livelli. Da lì, la storia si allunga fino allo scorso anno: Italiaterapia è diventato solo mio e non si parla più solo del Bel Paese ma del mondo intero. Difficile fare altrimenti se la propria passione sono i viaggi. Ho mantenuto il nome ma sono cambiati gli intenti. Ora invece ho cambiato di nuovo, semplicemente perché Google era confuso dall’associazione viaggi e terapia. Il mio blog si chiama In Viaggio con Lollo.
Com’è la tua giornata tipo?
La mia giornata tipo è piuttosto disordinata. Chi lavora in modo autonomo ha il privilegio di fare da sé, ma è necessaria una ferrea autodisciplina. Bevo un caffè a letto mentre controllo email e impegni vari. Dopo una lauta colazione e una consistente perdita di tempo tra bagno e cose da fare, mi lancio al pc per scrivere per il blog o aziende che mi commissionano articoli. A seconda della mole di lavoro, passo più o meno ore davanti allo schermo. Solitamente ne trascorro veramente tante.
Come scegli le mete dei tuoi viaggi?
Di pancia. Adesso sto per partire per Lubiana perché l’anno scorso ho visto alcune foto che la ritraevano illuminata dalle luci del Natale. Altre mete che mi piacerebbe raggiungere prossimamente: l’Armenia, la Georgia, la Russia… Sono tante le cose a ispirarmi: un libro, un film, una fotografia.
Come organizzi un viaggio?
Senza attenermi a regole troppo rigide. Di solito, scelgo dove dormire su Booking e per il resto vado a naso. Il che non sempre è un bene. Del resto, non amo i viaggi organizzati.
Qual’è la parte più bella dell’essere travelblogger?
Scrivere è al primo posto. Se non ami scrivere, viaggiare diventa un’altra cosa. E poi entrare a far pare della community di altri travel blogger, che conosci strada facendo.
Il viaggio più bello? Perché?
Il viaggio più bello è il mio primo vero viaggio. Era il 1992 e partii con la mia famiglia alla volta della Turchia a bordo di una Fiat 238 tutto scassato. Attraversammo persino la ex Jugoslavia, in quel momento in guerra, aggirando i luoghi più caldi ovviamente. Fu un viaggio iniziatico per me: scoprii un paese estremamente affascinante, una cultura lontana – anche se non troppo – dalla mia e tante persone.
Quando viaggi cosa ti piace di più?
Lasciarmi andare ai posti, senza decidere cosa vedere-fare-mangiare. Respirare l’atmosfera di un luogo, cercando di farlo mio il più possibile.
Qual’è il tuo punto di forza personale che ti ha permesso di realizzare questo progetto?
La perseveranza. Sono molto insistente, ossessiva direi. Sicuramente, senza pazienza non si arriva da nessuna parte. Aprire un blog non è un giochetto e a volte è persino molto scoraggiante, visto che i cosiddetti numeri non arrivano subito.
Cosa ha di diverso il tuo progetto rispetto agli altri siti simili?
L’idea di fondo: il viaggio come terapia, come scoperta di se stessi. Ecco perché non ho cambiato il nome del mio blog.
Cosa ha di speciale italiaterapia?
Quello di offrire viaggi diversi a seconda del mood. In realtà, non esiste il viaggio perfetto per una certa emozione ma, con la mia esperienza, spero di aiutare chi mi legge a capire meglio se stesso.
L’aspetto più bello del viaggiare qual’è?
Il cambiare aria, non per evadere ma per conoscere altri luoghi e altre parti di sé.
Viaggi sola o in compagnia?
Sia sola che in compagnia. I vantaggi sono diversi: preferisco farlo in coppia, ma quando sono sola ho indubbiamente più possibilità di mettermi alla prova.
Essere donna in viaggio è un vantaggio o uno svantaggio?
Bah… Secondo me è neutro. Io non ho avuto quasi mai problemi nel viaggiare da sola, probabilmente perché sono prudente e so come schermare incontri indesiderati.
Hai un aneddoto da raccontare dove l’essere donna è stato un vantaggio e un aneddoto di quando è stato uno svantaggio.
Un vantaggio: il gentiluomo che ti prende il bagaglio dalla cappelliera. Siamo donne ed è facile che ci vengano rivolte delle galanterie, anche se sono sempre di meno in realtà.
Uno svantaggio: a me e a un’amica è capitato di essere scambiate per prostitute, visto che eravamo appostate con un ape calessino in un parcheggio deserto. In realtà si era messo a diluviare e il calessino non era sufficientemente protetto. Con una battuta e un sorriso secco siamo riuscite ad allontanare lo speranzoso “signore”. Questo non significa che non esistano pericoli né pregiudizi ma tutto dipende da come siamo state educate e dal nostro istinto, da tenere sempre allenato.
Hai una musa a cui ispirarti?
La mia musa è Tiziano Terzani. Ritengo che sia stato uno dei pochi, veri viaggiatori degli ultimi anni. Ha saputo calarsi in realtà completamente diverse dalla sua, senza giudizio ma con spirito critico e osservatore. Per me è l’esempio di quello che dovrebbe essere un giornalista e io spero, in un angolo recondito del mio cuore, di avere qualcosa di simile a lui.
Seguite i viaggi di Roberta su robertaisceri.it, Instagram e Facebook, seguite In Viaggio con Lollo!

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