Elena la conosco di vista da tanto tempo, ma ho iniziato a conoscerla più a fondo perché eravamo nella stessa squadra di calcetto. Cosa mi ha colpito di lei? Il sorriso, la sua gioia e il suo entusiasmo nell’affrontare la vita, ma anche la sua grinta e la sua determinazione. Non ha peli sulla lingua e non ha paura di mostrarsi per quello che è. Non mi stupisce affatto che ora non solo sia un’avvocata, ma anche una giocatrice di rugby!
Elena, tu sei giocatrice di rugby femminile e avvocato: è possibile conciliare le due cose?
Assolutamente sì! l’uno non esclude l’altro, anzi, poter gestire il mio tempo liberamente mi permette di organizzare le giornate in modo da poter fare ogni cosa. E poi sono due ambiti dove la grinta è tutto… in questo modo la tengo sempre allenata! Non solo. Per non farmi mancare nulla, assieme ad un team di ragazze ganzissime, sono anche educatrice dei piccoli UNDER 6 degli Highlanders Formigine Rugby: nanetti dai 3 anni e mezzo ai 5 e mezzo che cominciano il loro percorso di rugby e attività motoria. Uno spasso!
Come hai trovato la squadra di rugby? Ti è piaciuto subito?
Ho trovato la squadra di rugby per puro caso. Avevo appena smesso di giocare a calcetto femminile e stavo cercando uno sport che mi coinvolgesse allo stesso modo, se non di più. Visti i miei trascorsi nella ginnastica artistica ho provato un anno di pole dance: molto bello, molto faticoso ma mi mancava una componente fondamentale: la squadra. In quel periodo ho stretto una forte amicizia con un mio collega di lavoro, nonché Presidente degli Highlanders Formigine Rugby ASD, che con tutta la sua carica mi ha portato dentro questo magico mondo fatto di persone che fanno di questa disciplina una vera e propria filosofia di vita. E’ stato amore a prima vista. In questi 4 anni ho conosciuto tantissima gente, tantissime situazioni, tantissime esperienze che ti fanno davvero innamorare di questo sport nel suo bene e nel suo male. E’ uno sport che io definisco viscerale. Avete idea di cosa vuol dire sfondare con tutta la forza che hai le mura avversarie e avere la certezza che qualcuno ti protegge le spalle, sempre? Beh è, nella sua semplicità primordiale, bellissimo.
Dentro quei campi arati dai tacchetti e consumati da mille battaglie si crea un legame solidissimo con la tua squadra. Un legame originario, quasi primitivo. “Ti aiuto nella sopravvivenza perché TU SEI MIO AMICO”. E le mie “A”miche, le VALKYRIES, sono fortissime. Sono la mia seconda famiglia. Lo stesso si può dire per tutto ciò che si vive al “campo”. E’ un punto di ritrovo, una casa, con tanti amici pronti a grigliare, a darti una mano se hai bisogno di costruire una mensola, cambiare un tubo o di un semplice consiglio. Ovviamente il tutto davanti ad una immancabile birra 🙂 Il rugby crea davvero rapporti profondi fuori e dentro il campo.


Non pensi che sia uno sport “da maschi” o che sia troppo violento? In cosa le donne funzionano meglio in questo sport rispetto agli uomini?
Sono la prima a riconoscere che queste discipline così fisiche come il calcio o il rugby trovano la loro massima espressione negli uomini. E lo dico perché ormai nel tempo ho visto tantissimi match di uomini e donne anche nelle categorie alte. Sono però anche la prima a riconoscere che non esiste una suddivisione degli sport tra maschi e femmine. Tutti possono fare tutto. Anche perché altrimenti io mi annoierei a morte!!! Contrariamente a quanto si pensi, il rugby non è affatto uno sport violento. E’ certamente fisico e di contatto, ma dietro di sé ha una logica stupefacente: l’obiettivo è fare meta schivando gli avversari, avanzando, ma passando la palla obbligatoriamente all’indietro. Sembra assurdo, ma a capirlo è tremendamente logico: fondamentalmente hai bisogno di una squadra, perché da solo non vai da nessuna parte, qualcuno prima o poi ti placcherà! E sì perché ci si placca. Perché si sfonda. Il contatto c’è, ma non vuol dire per forza che ci si faccia del male. Se il placcaggio è fatto come si deve, non si sente nulla. Se si sfonda come provi ad allenamento, non ci si fa male. L’adrenalina parla da sé. Non senti nemmeno le botte che domani saranno lividi. Poi qualche incidente può capitare, ma lo metti in conto quando inizi a giocare che non stai giocando a ping pong (nulla contro il ping pong che adoro, ma che certamente non è di contatto!) altrimenti meglio non iniziare.
Il bello delle donne in questo sport è che si tratta di donne molto determinate. Sai che tutto ti rema contro (i numeri delle giocatrici, la gente esterna che dice che non è uno sport adatto, le poche squadre presenti sul territorio…) ma tu sai che vuoi giocare. Che vuoi imparare. Perché non hai nulla di meno. Perché ti senti forte. E allora sei una spugna, pronta ad assorbire tutti gli insegnamenti e ci provi e ci riprovi, testarda. Sì credo che la forza delle donne sia la tenacia.

Quali sono i punti forti che ti rendono un buon giocatore?
Dunque, ti posso dire cosa mi piace fare di più. Mi piace molto sfondare la linea di difesa avversaria quando ho la palla in mano e, per i più tecnici, adoro pulire le ruck, ovvero in una situazione di placcato e placcatore a terra, quando un secondo avversario arriva e cerca di proteggere la palla… beh io lo convinco ad andare via… o almeno ci provo!
Come si svolge un allenamento?
Gli allenamenti sono svariati. Abbiamo iniziato ad allenarci 2 volte a settimana per giocare 7 contro 7 a mezzo campo (Campionato di Coppa Italia), per poi passare a 3 allenamenti a settimana più la palestra per prepararci a giocare a 15 contro 15 a tutto campo, il rugby per eccellenza. Più andiamo avanti, più gli allenamenti giustamente diventano faticosi, sia a livello fisico che a livello tecnico… bisogna giustamente alzare l’asticella. Ci sono allenamenti incentrati sull’atletica, altri sull’attacco altri sulla difesa e il placcaggio sia contro grossi cuscini e scudi sia contro le tue compagne. Tutti gli allenamenti solitamente terminano con la famosa partitella… e se abbiamo placcato durante l’allenamento, ce ne diamo di santa ragione anche alla fine!

Essere una donna porta dei vantaggi o degli svantaggi in questa disciplina?
Come ti dicevo le donne hanno dalla loro la tenacia di cui non tutti gli uomini sono dotati. La donna è agguerrita e, da brava donna, sente molto la competizione. Ovviamente rimaniamo donne e ogni tanto qualche sclero e qualche lacrima escono fuori… per la felicità dell’allenatore! A livello fisico certamente non mi sognerei mai di mescolare una squadra maschile e una femminile della stessa categoria. Abbiamo esperienze fisiche e muscolari totalmente diverse, ma per fortuna giochiamo contro donne e quindi l’imperativo è ALLENAMENTO. E’ uno sport che va sempre tenuto allenato proprio per evitare di farsi del male. E’ una attitudine da tenere sempre viva.
Durante al settimana sei avvocato: come concilii le due cose? Non ti è mai capitato di presentarti con un occhio nero?
Beh i lividi alle gambe – soprattutto per le donne – sono un must. Di solito il lunedì dopo la partita facciamo la gara con le mie compagne a “chi ce l’ha più grosso o più brutto”. Anche i lividi in viso possono capitare: un colpo di fondotinta e passa la paura. E se il fondotinta non basta… pazienza!
Che tipo di “attrezzature” usate per proteggervi?
L’unica attrezzatura obbligatoria che usiamo è il paradenti che effettivamente è molto utile, anche se è complesso urlare durante la partita. C’è chi usa il caschetto in spugna e chi la termica foderata in spugna, ma non sono obbligatorie. Nessun dispositivo che possa fare male a se stessi o agli altri durante il gioco è permesso, quindi nessuna protezione in plastica o metallo.
Quanto è importante lo sport per te?
Ci stavo giusto pensando. Ho quasi 33 anni e non credo di aver mai fatto un anno della mia vita senza sport. Ne ho provati di svariati, ma ho sempre prediletto lo sport di squadra. Quando dicono che lo sport è droga è proprio vero. Quando posso mi alleno al campo, quando non posso allenarmi al campo vado al parco, quando non posso al parco faccio a casa. Faccio allenamenti di rugby, palestra e ogni tanto, quando mi viene lo schizzo, vado in piscina o vado a correre.Ovviamente il tutto con criterio e tenendo in considerazione che lavoro e ho una vita!
Pensi che si possa essere femminili, pur giocando a rugby?
Certo! Sfido chiunque a venire a vedere le ragazze che giocano a rugby. Le rugbiste sanno essere donne, Donne con la d maiuscola anche con divisa e calzettoni, perché si sa… Non bisogna mai fermarsi alla prima impressione!
Nella vita hai delle muse a cui ti ispiri?
Seguo tantissime pagine e social di rugby, sia maschile che femminile. Mi meraviglio a vedere le prodezze dei giocatori e delle giocatrici… Gli All Blacks e le Black Ferns neozelandesi, Gli Springbok e le Springbok Women sud Africani, i Wallabies e le Wallabies australiani sembrano di altri pianeti. Ma anche in Europa non scherziamo con squadre come Inghilterra, Irlanda, Scozia… Non parlo di atleti specifici perché ce ne sono talmente tanti e sono così diversi. Nel rugby ognuno ha un ruolo che viene dato in base a caratteristiche fisiche, mentali, abilità… posso dire che per me l’australiana Charlotte Caslick è fenomenale… ma corre troppo veloce per poterla emulare!
Cosa consiglieresti a una ragazza che volesse iniziare a praticare questo sport?
Di non fermarsi alle apparenze e di andare oltre. C’è chi è nato per questo sport e si vede ad occhio, c’è chi lo deve scoprire togliendo il velo di paura/vergogna. Il rugby è uno sport per tutte le strutture fisiche. C’è un posto per ognuno. Chi è più esile corre, chi è più piazzato sfonda e via dicendo. Via la paura e vedrete che è puro divertimento! Quindi appena si potrà tornare in campo vi aspetto con le Valkyries a Formigine (Mo) al campo degli Highlanders Formigine Rugby. Ed essendo anche dirigente della mia squadra vi lascio pure il numero! Elena 389 8089825.

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