Noi donne moderne siamo cresciute con fiabe che raccontano di un principe azzurro che arriva a salvare la dolce principessa. Il copione è sempre lo stesso: la principessa è indifesa, spesso orfana, abbandonata, sola, povera. Il principe è meraviglioso, forte, ricco, pieno di possibilità e si innamora della semplicità e della bellezza della giovane ragazza, tanto da salvarla, portarla con sé nel castello, sposarla e vivere per sempre felici e contenti. Nonostante abbiamo passato l’infanzia con questo ideale martellante, oggigiorno la realtà ci ha messo davanti uno scenario molto diverso, tant’è che la maggior parte di noi giovani donne è sempre più portata a pensare di non dover essere salvata da nessuno, tantomeno da un principe azzurro che non esiste e non esisterà mai. Siamo totalmente disincantate.
Le femministe moderne stanno lottando per cambiare i finali di queste fiabe tradizionali, frutto di una società patriarcale e quindi profondamente ancorati a ideali di “donna” che si allontanano da quello che le donne sono realmente, vincolandole a stereotipi e aspettative sociali che sono ormai impossibili da sostenere.
Queste lotte però spesso non prendono in considerazione che in alcuni casi queste storie nascondono significati profondi per la crescita e lo sviluppo delle giovani donne, almeno in tempi passati, e che le culture popolari forse non andrebbero del tutto buttate. Alcune di queste storie racchiudono infatti significati profondi legati all’iniziazione delle giovani e miti mestruali.
Nella maggior parte di queste storie, come da copione, la donna viene presentata come essere duale, così troviamo spesso una versione positiva della donna pura, vergine o buona madre e una versione negativa, interpretata dalla strega e dalla cattiva incantatrice o matrigna. Anche perché, diciamocelo, spesso sono fanciulle orfane di madre il cui padre si innamora di donne bellissime ma tremendamente strxxxe!
Esempi di fiabe di iniziazione ce ne sono tante, ma quelle che vi voglio portare sono le famosissime fiabe di Biancaneve e de La Bella Addormentata nel Bosco.
E chi l’avrebbe mai detto?
Biancaneve
Biancaneve è una fiaba molto antica, di cui si conoscono diverse versioni.
La prima versione di Biancaneve sembra essere dei Fratelli Grimm e dovrebbe risalire al 1812. Successivamente gli stessi fratelli Grimm hanno fatto altre versioni, tutte ispirate alle tradizioni popolari tedesche.
Sicuramente la storia di Biancaneve più famosa è quella della Walt Disney, fiaba che risale al 1937.
Biancaneve è una bella fanciulla, con la pelle bianca come la neve, i capelli neri come l’ebano e le labbra rosse come il sangue. La madre muore quando Biancaneve è bambina e il padre si sposa con una donna malvagia che la veste di stracci perché invidiosa del suo bell’aspetto e delle belle maniere. Quando Biancaneve diventa ragazza e la matrigna non può più competere con lei e la sua bellezza, questa pensa bene di ingaggiare un cacciatore per ucciderla e estrarre il suo cuore. Il cacciatore, preso dalla pena per la ragazza, la fa fuggire. Biancaneve trova riparo nel bosco nella casa di 7 nanetti che la accolgono. La matrigna se ne accorge, con un incantesimo prende le sembianze di una strega, prepara una mela avvelenata e convince Biancaneve a mangiarla. La fanciulla cade a terra esanime, i sette nani la credono morta e la posano in una bara di cristallo in mezzo al bosco. Un bel giorno un principe passando di lì sul suo bel cavallo bianco la vede, se ne innamora e la bacia. Il bacio interrompe l’incantesimo e Biancaneve si sveglia dal sonno profondo. I due si sposano e vissero per sempre felici e contenti, mentre la strega viene rincorsa dai nani, precipita in un burrone e muore.
Una storia che ha dell’incredibile e dell’assurdo per mille perché, ma che è ricca di simbolismi che richiamano i cicli femminili.
Innanzitutto è interessante notale che le protagoniste di questa fiaba sono 4 e che ognuna simboleggia una fase ben precisa del ciclo mestruale. Le protagoniste sono: la fanciulla, la madre, la matrigna e la strega, che come abbiamo visto nel post sugli archetipi del ciclo mestruale, combaciano perfettamente con le quattro fasi del ciclo.
Biancaneve rappresenta la purezza e la fase della vergine buona e bella, la sua vera madre rappresenta la fase della Madre, la regina, donna bella e matura che ha il pieno potere di sé, rappresenta la fase dell’incantatrice che, quando si traveste, entra nella fase della Strega. La regina in questa storia ha il ruolo dell’iniziatrice che offre i poteri mestruali a Biancaneve attraverso il dono della mela rossa. Biancaneve poi, col bacio del principe, viene risvegliata della sua energia sessuale. Non è più una vergine, ma una donna nel pieno dei poteri creativi del ciclo mestruale.
La Bella Addormentata nel Bosco
Un’altra fiaba che ci riconduce all’iniziazione delle fanciulle alla vita adulta è rappresentato da La Bella Addormentata nel Bosco.
In questa storia un re e una regina un bel giorno hanno una bambina. Nel momento in cui la presentano al popolo invitano al ricevimento 12 tra le donne sagge del regno. Tutte tranne una, che si incavola come una iena e decide di presentarsi senza invito. Tutte le donne donano alla piccola principessa doni meravigliosi sotto forma di qualità che arricchiscano la sua vita, ma quando è il turno dell’ultimo regalo, la Malefica Strega fa un incantesimo sulla piccola: il giorno del suo 15esimo compleanno sarebbe morta punta con un fuso. Fortunatamente l’ultima donna non aveva ancora donato il suo incantesimo alla piccola e decise così, non potendo annullare l’incantesimo precedente, di modificarlo. La piccola una volta punta sarebbe caduta in un sonno lungo 100 anni. Per proteggere la principessa il re ordina a tutti i sudditi di buttare arcolai e fusi, ma ogni tentativo fu vano! Il giorno del suo 15esimo compleanno, come da copione, la fanciulla non si sa come si ritrova davanti a una vecchia che sta filando. Ovviamente la ragazza, trovandosi davanti a un fuso, si punge e cade in un sonno profondo e rimane isolata in una torre avvolta di rovi per 100 anni. Un giorno arriva un principe attraversa i rovi, riesce a entrare nel castello, trova la Bella Addormentata, la bacia e vissero tutti felici e contenti.
Anche in questo caso, come in quello precedente, è interessante andare a vedere le simbologie e i significati nascosti di questa fiaba. Protagonisti sono il padre, la strega, l’arcolaio e ovviamente la fanciulla.
L’arcolaio è un simbolo del ritmo ciclico dell’universo e del progredire a spirare della vita. Il padre, nel tentativo di distruggere tutti gli arcolai, cerca disperatamente di proteggere la figlia dal crescere, e quindi di iniziare il suo ciclo mestruale e diventare donna. Non solo. La tredicesima donna rappresenta il ciclo lunare dell’anno e non invitandola il re impedisce il ritmo della natura di completare il suo ciclo. L’inevitabile prezzo, come profetizzato dalla strega, è ovviamente l’interruzione della crescita e la morte.
Anche l’età in cui si compie il sortilegio è significativo. I 15 anni non solo solo l’età in cui le ragazze sono nel pieno del loro sviluppo, ma simboleggia anche il 15° giorno del ciclo lunare che corrisponde alla fase della luna piena.
La strega ancora una volta è iniziatrice delle energie mestruali: quando la fanciulla si punge con il fuso si da l’inizio del ciclo e la principessa diventa donna. Al principe spetta così di oltrepassare l’intrico di rovi e spine per svegliare la ragazza con un bacio. I timori del padre erano fondati! La figlia è diventata donna.
Io le ho trovate interpretazioni molto interessanti e ho deciso quindi di condividerle qui per voi. Di fiabe con queste simbologie è pieno il mondo e la tradizione orale e scritta di tantissimi popoli. Magari ve ne condividerò altre!
Intanto fatemi sapere cosa ne pensate!

Marilisa
Ottobre 10, 2021Davvero interessante! Grazie!