In quanti e quante di voi credono nell’esistenza delle Sirene?
O meglio, avete mai pensato che le sirene possano esistere realmente? avete mai pensato che forse forse non siano solo personaggi di fantasia, inventate nell’antichità per riempire storie mitologiche e raccontare alcuni dei fenomeni del mondo?
Io ammetto che non mi sono mai posta il problema. Uno dei miei cartoni animati preferiti quando ero bambina – e ancora ora! – era “La Sirenetta”, uscito nel 1989, anno in cui è nato mio fratello. Mi ricordo che l’ho visto al cinema e Ursula, la cattiva, mi aveva terrorizzata. Ho sempre pensato che la Sirenetta fosse una pazza a voler diventare umana e vivere sulla terra, ma non ho mai pensato che potesse esistere una creatura simile nella realtà. Fino a quando ho scoperto che ci sono tante cose assurde nel mondo, che ormai non mi sento più di escludere nulla.
Il mare è un posto enorme e testimonianze di avvistamenti di sirene continuano ad esserci anche ai giorni nostri. Non dico che sia vero, dico solo che io, per come va il mondo adesso, non mi stupirei affatto se me ne trovassi davanti una.
Le sirene: chi sono?
Le sirene (dal latino tardo sirēna, classico sīrēn – pl.: sīrēnes, trascrizione del greco Σειρήν Seirḗn – pl.: Σειρῆνες Seirênes) sono delle figure mitologico-religiose greche (fonte Wikipedia).
Impariamo a conoscerle nell’Odissea di Omero, che ce le presenta come creature magnifiche che con il loro canto incantavano i marinai per attirarli nella loro isola per poi ucciderli. Ovviamente Ulisse, il protagonista dell’Odissea, riuscirà a sfuggire al loro incantesimo e le conseguenze furono piuttosto tragiche. Le Sirene, le sorelle Partenope, Leucosia e Ligea, disperate si gettarono in mare e i loro corpi finirono sulle spiagge di Campania e Calabria.
E’ possibile però che gli uomini di quel tempo conoscessero le sirene da altri miti, come quello degli Argonauti. Quello che è certo è che nei secoli in questi luoghi dell’antica Grecia, queste figure venissero venerate e utilizzate in diversi culti legate ai defunti.
Le sirene: i significati del mito

Per Omero le sirene sono creature eccezionali, come le muse e le sibille, che sanno tutto ciò che sulla terra è accaduto e accadrà; il loro canto conduce chi lo ascolta alla conoscenza assoluta, vera metafora della finitezza dell’uomo in una dimensione tipica della sfera divina, ma questa conoscenza assoluta ha un prezzo: la morte. Il mondo antico, quindi, proietta in queste creature l’attrazione dell’uomo verso il sapere: non è un caso dunque che esse venissero raffigurate sotto forma di esseri metà donna e metà uccello, unendo l’elemento sensuale della femminilità al canto suadente dell’uccello.
Se il viaggio di Ulisse è la rappresentazione della storia dell’uomo alla ricerca della conoscenza del mondo, degli altri e di sé stesso, il canto delle sirene ne è la metafora più potente.
Ma le sirene sono anche figure consolatorie, non a caso viene spesso trovato uno stretto rapporto tra le sirene e il mondo dell’Ade, sempre nella mitologia greca. Il canto consolatorio delle sirene si trova spesso nelle descrizioni di culti funerari antichi. Le sirene stazionavano alle porte degli inferi con il compito di consolare le anime dei defunti con il loro dolce canto e di accompagnarle nell’aldilà. Questo stretto collegamento con il mondo dei morti è testimoniato dalla ricorrente presenza delle loro immagini nel corredo delle tombe. Il fatto che fossero per metà uccelli richiama certamente il ruolo che gli uccelli avevano nell’antichità come tramite fra il mondo dei morti e quello dei vivi.
Le sirene, protagoniste dei mari
Nell’arte del secondo Ottocento e del primo Novecento la natura delle sirene cambia, adottando l’iconografia pisciforme nota dal Medioevo in poi. L’arretramento dal cielo verso l’elemento acquatico e i suoi abissi richiama una simbiosi totale tra l’elemento umano, libero dalle costrizioni della civiltà, e una natura rigeneratrice. Per i simbolisti, infatti, l’acqua è l’elemento verso il quale si possono ritrovare significati allegorici profondi e contrastanti: contiene in sé la vita e la morte, la nascita e la distruzione. È l’acqua l’elemento delle origini, del divenire, il luogo in cui avviene il miracolo della vita e, di conseguenza, dove si celebra la superiorità dell’elemento femminile nel ciclo biologico.
Le sirene diventano dunque portatrici di significati molteplici, che scivolano continuamente dal “bene” al “male”, con richiami ad un nuovo universo femminile in cui coesistono desiderio sessuale, potenza dell’eros, seduzione ingannevole, attrazione e repulsione, elemento materno e fierezza della donna moderna in grado di amare e soggiogare l’uomo.
Una vera e propria rivoluzione simbolica.
Le sirene mantengono la propria ambiguità anche a livello simbolico religioso, con significati che cambiano a seconda del riferimento cristiano o pagano. Nel primo caso la sirena è vista come simbolo del peccato, attraverso il quale i cristiani venivano ammoniti sul pericolo del piacere carnale. Nell’interpretazione pagana, invece, la sirena è il simbolo della fertilità, Dea madre protettrice del creato. Due significati agli antipodi, esattamente come la natura stessa della sirena che oscilla in continuazione tra fascino e pericolo.
Le sirene nelle diverse culture del mondo
La particolarità delle sirene è che sembrano sempre esistite. Sono figure probabilmente di fantasia che però appaiono in secoli ed ere diverse a culture e popoli tra loro lontani. Come è possibile?
Tra questi accenno ora a qualche tradizione che vale la pena approfondire, magari in futuro. Cominciamo!
Atargatis. E’ un’antica dea siriana del mare, una potente sacerdotessa che si innamorò di un umano. Lui morì e quando lei diede alla luce il loro bambino, straziata dal dolore di non poter avere accanto il suo amato, decise di uccidersi gettandosi in mare. Ma gli dei, spinti dalla compassione, per salvaguardare la bellezza di Arargatis, decisero di trasformarla in una creatura metà umana e metà pesce, una sirena. Ad oggi Arargatis è venerata come una dea della fertilità, protezione e benessere.
Parlando di miti possiamo aggiungere Ea, dio mesopotamico dell’acqua, della saggezza, della magia e della creazione. Era un tritone che salvò l’umanità da un’alluvione terribile.
Nella cultura giapponese vediamo invece Ningyo, pesce gigante dal volto umano e bocca di una scimmia. In Africa hanno Mami Wata, la mamma dell’acqua. In Irlanda troviamo le donne Merrow, splendide fanciulle dai capelli lunghi e verdi. Indossano un cappuccio magico che le aiuta a vivere sott’acqua. In Russia c’è la Rusalka, una ninfa dell’acqua sia buona che cattiva. In alcune tradizioni queste erano figure gentili che aiutavano nei raccolti, ma sembra che morissero in modo crudele, trascinando con sé in acqua le loro vittime per ucciderle. In Norvegia e Scozia ci sono i Finfolk, mutaforma del mare, creature che amano l’argento e tendono a rendere gli umani schiavi. Gli Inuit hanno Sedna, lo spirito guardiano degli Inuit e madre di tutti i mammiferi marini. Nei Caraibi e in alcune zone delle Americhe ci sono spiriti marini chiamati Lasirn, nome che deriva dal francese “la Siréne”, la Sirena.
Tra le leggende più moderne e famose possiamo ricordare la fiaba di Andersen del 1837, poi trasposta nel classico Disney del 1989 “La Sirenetta”.
In Polonia, invece, è celebre la “leggenda delle due sorelle di Varsavia”, ossia due sirene che abitavano negli abissi delle rive del Mar Baltico. Una di esse si spinse fino a Copenaghen, dove tutt’ora riposa sopra ad uno scoglio… la conoscete?

In Italia troviamo invece la leggenda veneta di Manfredo dei Monticelli, che si innamorò perdutamente di una sirena conosciuta sulle sponde del lago di Lispida. Essa fu capace di guarire i problemi di salute che stavano spingendo Manfredo al suicidio e si dice che la sua voce sia ancora udibile nei pressi del lago la notte di San Giovanni.
Infine, in Cantabria, provincia spagnola, si racconta della Sirenuca. Una donna trasformata in pesce dalla madre stanca di essere disobbedita e che, tutt’ora, si dice avverta grazie al suo canto meraviglioso i marinai troppo vicini alle sponde.
Le sirene di Cristoforo Colombo
Si racconta che anche Cristoforo Colombo e compagni avvistarono delle sirene durante la navigazione, ma nei loro avvistamenti ci sono diversi fattori da tenere in conto. Chi smentisce queste testimonianze infatti porta come controprova diversi fattori, tra cui, quella più quotata è basata sulle condizioni degli equipaggi. Questi equipaggi, formati da soli uomini, si ritrovavano a navigare per mesi interi da soli, avvolti da temperature sfavorevoli e nebbia, senza poter usufruire di compagnie femminili. La stanchezza, la denutrizione, la solitudine, le condizioni climatiche avverse potrebbero aver influito sulla lucidità dei marinai, distorcendo la loro capacità di interpretazione. È dunque possibile che quelli visti in lontananza, stando a bordo delle imbarcazioni, non fossero corpi femminili con la coda da pesce ma nient’altro che foche monache o, più probabilmente, lamantini e dugonghi.
Quella dei dugonghi è la tesi più avvalorata in generale per quanto riguarda gli avvistamenti di sirene anche nell’epoca moderna. I dugonghi sono mammiferi acquatici con una struttura molto particolare. Sono animali tozzi e compatti, tanto che è stato loro affibbiato il soprannome di “mucca di mare”. La testa ha una forma insolita, caratterizzata da minuscoli occhi e orecchie e da un grosso paio di spesse “labbra”. Inoltre presentano mammelle pronunciate, sono capaci di emergere in verticale dall’acqua e spesso allattano i propri piccoli stringendoli tra le pinne anteriori. Le stesse pinne le usano anche reggere il cibo quando mangiano… comportamenti decisamente equivocabili con quelli umani!
E i canti? Le dolci melodie da sempre associate alle sirene potrebbero essere ricondotte al verso di gabbiani o altri volatili che, volteggiando sulle navi, accompagnavano gli equipaggi durante le lunghe traversate.
In ogni modo, qualunque interpretazione si voglia dare a queste creature fantastiche, voi sareste in grado di dire con assoluta certezza che le sirene non esistono considerando che oltre l’80% del nostro oceano non è ancora stato mappato, osservato ed esplorato?

Cosa ne pensi?