* Piccola nota: mancano molte immagini e link utili al sito Ika Jane perché in questo momento è offline in preparazione al nuovo lancio. Appena possibile il post verrà integrato con le fantastiche immagini di Ika Jane.
Care amiche, sono molto felice di riuscire a scrivere finalmente di IKA JANE, un brand 100% femminile così ricco di vita che appena è uscito mi ha commossa!
Ma andiamo per ordine, non possiamo parlare di IKA JANE senza parlare prima di Micaela Miljian Savoldelli, meglio conosciuta sul web come Like Miljian (@likemiljian sui social). E’ Miki l’anima di Ika Jane, il sorriso e la mente brillante che c’è dietro a questo brand magnifico.
Miki fin da ragazzina passava le notti sul pavimento della sua camera per cucire e raccontare storie, sogni e speranze con le sue mani, ago e filo. Solo quando ha conosciuto Julien, il suo compagno di vita, ha iniziato a cucire a macchina. A spingerla verso questo destino è stata la nonna, con la quale passava le sue giornate e della quale ammirava la cura e la passione con cui essa tagliava, impostava e sceglieva i bottoni per i vestiti delle sue clienti. Micaela proprio in questa stanza, tra cartamodelli, manichini e portaspilli ha capito che i capi che le signore portavano alla nonna non erano semplici pezzi di stoffa, ma erano abiti con un’anima, dei conduttori di energia.
A quel periodo fatto di vecchi scampoli e Jane Austen è seguito quello dei mercatini delle pulci, e delle boutique vintage di Parigi. Lì ho apprezzato sempre di più il piacere di un capo senza tempo, che porta dentro di sé una storia, pronta per essere trasmessa ancora, e ancora, e ancora.
Nel 2017 Micaela Miljian Savoldelli decide, con il suo Julien e i loro bambini, di lasciare tutto e partire con loro per il giro del mondo. Per tre anni hanno viaggiato dall’India, al Guatemala, dal deserto del Medio Oriente ai grattacieli di New York. Nel 2020, complice la situazione pandemica mondiale, decidono poi di stabilirsi nella magica isola di Bali dove è nato questo prezioso progetto.
Ika Jane è un brand composto da un team esclusivamente femminile proveniente da diverse parti del mondo. Le grandi protagoniste sono le Ibu, le donne balinesi che, grazie a questo incarico, hanno ritrovato il lavoro perso durante la pandemia.
Ogni capo ha un’anima e questo non è solo un modo di dire. Ho comprato 3 pezzi della loro prima collezione e vi assicuro che è tutto vero! Ma aspettate, la storia non è finita!
Ricominciamo. Ogni capo è fatto a mano, con tessuti naturali, cuciti con cura e amore sull’Isola di Bali.
Dietro ogni cucitura, ogni bottone, ogni ricamo c’è una donna esperta con una storia da trasmettere. Ika Jane è più che etica. Ika Jane è umana. In Ika Jane crediamo fermamente nell’energia che ogni capo porta in sé.
Questo team di donne favolose si occupano di ogni piccolo tassello di questa favola. C’è chi disegna i capi, chi sceglie i tessuti, i colori, chi cuce, chi indossa. Tutta questa energia arriva forte e chiara in tutto il mondo, nelle case di tutte le donne che decidono di regalarsi un capo Ika Jane.
Le donne sono il centro di Ika Jane per questo le donne sono libere di lavorare dalle loro case, gestendo il proprio tempo, i propri spazi, la famiglia.
Ogni nostro capo è disegnato da donne, cucito da donne, per le donne.
Tutto il processo produttivo ha sede a Bali, in Indonesia. Ma con una grande particolarità. Lavoriamo solo con donne altamente qualificate che hanno perso il lavoro a causa della pandemia o per colpa di circostanze di vita, e che quindi sono state costrette a stare a casa. È così che abbiamo preso la decisione più impegnativa ma più soddisfacente dietro Ika Jane: decentralizzare la produzione, per consentire di mantenere libertà e agevolezza nella vita delle nostre Ibu.
E’ così che sul sito https://www.ikajane.co potete trovare le foto e la storia delle Ibu balinesi che fanno parte di Ika Jane, per dare loro un volto: ci sono Ibu Sui, Ibu End, Ibu Dedek, l’artista che ha ricamato a mano i gilet, Ibu Komang, la mano che ha inciso a mano i super bottoni e la cintura.
La cosa che mi ha fatto letteralmente impazzire sono stati i bottoni. Disegnati dalla fantastica Giada Baiocco (sul web come @samsararoad) sono fatti anch’essi interamente a mano: dopo aver creato il disegno, vengono realizzati a mano a cera e poi, dopo l’approvazione, viene creato lo stampo da cui nascono uno ad uno. Non è favoloso tutto questo? Vi giuro e stragiuro che l’acquisto del mio Sari Indian Ivory (Sari in Bahassa significa “anima”, l’anima di Ika Jane è in questo pezzo!) è stato per prima cosa guidato dai bottoni! Hanno un ché di vintage ed eterno che adoro totalmente! Stessa cosa vale per le fibbie e la super cintura (acquistata anche quella!).
Rimanendo in tema: anche le stampe dei vestiti sono fatte a mano e sono state create da una ragazza italiana: Elena Toscano (sul web come @ele.toscano) che è artista e pittrice. Nel team lato occidente c’è anche Lulla @lullalla
Miki su Instagram ha raccontato del tempo infinito trascorso per trovare la combinazione di colori giusta, tra marigold, frangipane e altri fiori di cui non conosco il nome! Quello che voleva ricreare era la freschezza, l’energia e la “Balitudine” come la chiama lei. Il risultato? Una esplosione di fiori, colori, libertà ed energia.
Tra fuso orario e videochiamate, corse in motorino tra le risaie e nottate a lavorare, questo team ha davvero una grinta da Leonesse!
Non solo, dopo pochi giorni dal suo lancio hanno aperto la possibilità di ordinare taglie superiori a quelle disponibili sul sito, rendendo Ika Jane 100% inclusiva oltre che etica e sostenibe.
A me sembra fantastico tutto questo. E vi assicuro che tutto arriva. Quando ho preso tra le mani il mio Gilet Canang Sari ho capito quanta vita avesse. Ho capito che sarebbe stato uno di quei capi che sarebbero durati per sempre, di quelli che non possono passare di moda. Il tessuto, la doppia fodera, il ricamo, l’etichetta. Mi sembra tutto così fantastico!
Ho deciso di scrivere oggi anche perché la prossima settimana ci sarà il primo lancio della nuova collezione Ika Jane e vorrei dirlo al mondo intero. La scorsa collezione ha avuto 3 restock in 2 mesi, ma soprattutto ha dato da lavorare e vivere alle tante famiglie coinvolte in questa favola fantastica. Non da ultimo una parte del ricavato va anche per questa collezione alla Bumi Sehat Foundation, una fondazione no profit (di cui vi parlerò sicuramente) a sostegno della maternità, ma soprattutto del parto e della neonatologia a Bali. E’ stata fondata a Bali da Ibu Robin e offre assistenza e sanità gratuita alle donne e ai bambini. Bali è un Paese con un tasso di mortalità di donne e neonati ancora molto alto durante il parto. Ibu Robin è un’ostetrica, mamma e nonna. La sua passione sono i diritti umani nel parto. Crede che ogni individuo sia un “pezzo di pace”, quindi proteggendo le madri durante il parto e i neonati possiamo costruire la pace un bambino, una madre, una famiglia alla volta.
Ho sempre pensato che chi costruisce un abito abbia una responsabilità, la responsabilità dell’energia sulla pelle di chi lo indossa. Con un abito possiamo sentirci più forti, più dolci, legati a una persona, profumati, guerrieri, al sicuro. Chi concepisce un abito ha il dovere di dare qualcosa al mondo. Un abito non è un pezzo di tessuto cucito bene. Un abito è energia.
L’entusiasmo di Miki è davvero contagioso e si respira ogni briciola di cuore che ha messo in Ika Jane in ogni parola che dice e che scrive attraverso i social network.
Dice Miki su Instagram all’uscita della prima collezione
Grazie grazie grazie davvero per il vostro entusiasmo. Perché alla base è tutto partito da qui, dalla volontà di condividere la spiritualità, l’energia, la profondità di questa parte del mondo. Ika Jane è una grande catena che unisce con solidarietà le donne ai capi opposti del mondo, creando legami, intessendo storie, con la volontà di condividere, far girare energia buona. Quindi grazie grazie grazie per supportare questo progetto non scontato, alternativo, ambizioso, che crede nell’anima e nel karma dei capi che indossiamo. Grazie, davvero.

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